Appalti truccati alla Provincia, il Gip dispone il giudizio immediato per 12 indagati. La prima udienza il prossimo 3 dicembre
Lascia un commentosettembre 9, 2012 di mariacuonocommunication
«Non si è fermata neppure per un attimo l’inchiesta “Due Torri” sul sistema appalti in provincia e alla Provincia di Salerno». Comincia così l’articolo di Rosaria Federico su Metropolis di oggi. «Stamattina l’interrogatorio di Giovanni Citarella ma lunedì prossimo quello di Carmine Ruggiero». Un’attività incessante, quella dei magistrati di Salerno, che non ha rallentato neppure quando la stampa ha abbassato le luci sul prosieguo dell’inchiesta. A leggere i giornali di oggi infatti le novità in questo filone sono molteplici. «Il sostituto procuratore Rosa Volpe chiede il giudizio immediato per dodici dei quindici indagati (quelli destinatari di provvedimenti restrittivi) – scrive Petronilla Carillo su “Il Mattino” – e il giudice per le indagini preliminari, Gaetano Sgroia, accoglie la richiesta e rinvia tutti a giudizio fissando la prima udienza per il prossimo 3 dicembre presso la seconda sezione penale». Si salta quindi l’udienza preliminare e si va direttamente al processo.
L’inchiesta – come riporta Angela Cappetta sul Corriere del Mezzogiorno – coinvolgerebbe (non si sa ancora a che titolo e in che misura) anche politici della vecchia giunta Villani di centrosinistra e dell’attuale amministrazione Cirielli di centrodestra.
A giudizio immediato vanno i due cugini Citarella, Giovanni e Gennaro, al momenti ai domiciliari; i due funzionari di Palazzo Sant’Agostino, Raffaele Orefice e Franco Pio De Luca; gli imprenditori Giuseppe Ruggiero, Luigi Di Sarli, Federico Spinelli, Giovanni Botta, Emanuele Zangari, Rosario Cozzolino, Eduardo Sale, Carmine Ruggiero.
Intanto stamattina a tornare davanti al pm Rosa Volpe è il patron della nocerina, Giovanni Citarella. Il primo ad aver cominciato a collaborare con i giudici. «È stato lui – scrive ancora la Carillo su “Il Mattino” – a fare i nomi dei primi politici, poi altri imprenditori non hanno fatto altro che confermare le sue accuse. Si è parlato di assessori provinciali del passato come Franco Alfieri e Pasquale Stanzione; di qualcuno del presente come Marcello Feola».
Ma c’è un altro fattore con cui i magistrati hanno dovuto fare i conti: il tempo. E nello specifico, i termini di scadenza della custodia cautelare. Per coloro che sono ancora agli arresti dopo il blitz del giugno scorso infatti i termini di custodia stavano per scadere. E allora «chiudere le indagini e chiedere il giudizio immediato era l’unica strada che potevano percorrere i magistrati per mantenere ancora le misure di custodia cautelare. E probabilmente – continua a spiegare la Cappetta sul Corriere del Mezzogiorno – anche per continuare ad insistere ed ottenere dagli arrestati quanti più dettagli possibili per chiudere il cerchio sugli appalti provinciali».
Questo di settembre potrebbe essere un mese decisivo per le sorti dell’inchiesta.
Pubblicato il 7 settembre 2012 su Trasparenza & Legalità